L’avventura sta proprio li dentro!
29 Settembre 2018Orecchie d’Orso
25 Aprile 2019
Eh già, è passato giusto giusto un anno dall’inizio..
Un anno dal giorno del contratto d’affitto, un anno dall’apertura della Partita Iva -questo terrificante mostro-, un anno di “OMG, so già che mi perderò nella burocrazia perchè sono davvero pessima in queste cose!”, un anno di tanti che ti dicono che “ti sei tirata la zappa sui piedi; scegliere la libera professione in questi anni è pura follia” e non fatichi molto a crederci.
Un anno da quando sono venuta in studio a salutare Cristi mentre stava imbiancando le pareti rosse del TikiTikiTattoo prima della partenza e, in una pausa caffè, guardandomi mi dice una cosa del tipo: “vorrei che questo posto, che per me è stato un pezzo di cuore, rimanesse a qualcuno che è un pezzo di cuore; non puoi prenderlo tu?!”. Pazza.
Un anno da quel caffè, da quell’idea barlumata in quel momento al tavolino di un bar; idea così assurda perchè non potevo permettermi economicamente una cosa del genere, ma così tanto giusta e così tanto perfetta nel suo tempismo. Un anno anche da quando quella piccola sorella Jedi è partita; manca, a volte tanto, ma è comunque sempre con me nella nostra bottega, nonostante l’oceano di mezzo.
Un anno in cui sono successe un mucchio di cose, un anno intenso intenso intenso.
L’ho detto che è stato intenso?
Un anno in cui mi è stato insegnato tanto; e per questo ringrazio.
Un anno in cui ho scoperto pienamente la soddisfazione; la gioia piena e traboccante che mi riempie quando, nel ritrovato sorriso di una persona, scopro di aver preso parte ad un piccolo miracolo personale, ad una rinascita.
Quest’anno ho incontrato tanti tanti piedi, che mi hanno raccontato storie di pesi, di persone e di anime. Ho incontrato piedi timidi, piedi urlanti, piedi saturi, piedi irrigiditi, piedi bisognosi di dolcezza, piedi apatici, ma non ho mai incontrato piedi bugiardi; mi hanno insegnato che il corpo non mente mai, ma spesso si accompagna a persone inconsapevoli.
Quest’anno ho avuto l’onore di incontrare sul mio cammino tante lucenti donzelle; ognuna diversa, ognuna guerriera a suo modo, ognuna con qualcosa di nuovo da insegnarmi. Ciascuna di loro mi ha portata a scoprire qualcosa in più di me e della femmina che sono.
Tutte le mie Donne mi hanno ricordato che non conta l’età, vibriamo tutte sotto la stessa luna; siamo tutte sorelle legate da un sottile filo rosso.
Quest’anno più che mai ho sentito ed assimilato il valore del “Grazie” e della fiducia nell’aiuto cosmico; si, perchè sembrano discorsi da fuoroni o da hippie, ma alla fine se chiedi, immagini, desideri senza attendere nulla in cambio, tutto arriva come per magia. Li definirei piccoli “miracoli umili”. Si, perchè se resti in ascolto ed intanto muovi i tuoi passi, la vita ti dà; arrivano doni, persone, lezioni e maestri.
E impari nuovamente a chinare la testa, sorridere esterrefatta ed a rendere grazie a questa vita stramba e meravigliosa.
Ho conosciuto anche le ansie delle scadenze, delle fatture, dei pagamenti (ma quanto paghiamo in questa vita comunque..), della partita iva, dell’imprenditoria femminile (che se vuoi anche fare altro nella vita tipo la donna o la mamma – prima o poi- sono molto molto amari. Ci siamo capite..) e la paura del fare salti nel vuoto; benedetti salti, benedette reti e benedette cadute.
Ho imparato che il mio lavoro non è soltanto un lavoro; il mio è un mestiere, un’arte delle mani e del cuore e non solo. Il mio mestiere è antico come le mani, profondo come l’abisso; è tocco, è benessere, è ascolto, è accoglienza, è dolcezza, è presenza e osservazione. Ma è anche comunicazione, rottura degli schemi, opportunità, cambiamento, possibilità, cambio di prospettiva e fedeltà a sè stessi ed al proprio sentire.
Personalmente, poi, è stato l’anno dei primi trenta per me; sono arrivati.
L’anno delle decisioni grandi, ma anche della volontà di prendersi meno sul serio; Il bisogno di leggerezza, nonostante tutto da quest’anno sia ufficialmente un pò più incerto.
L’anno in cui ho visto arrivare al mondo tre nipotine magiche; quanta gioia con quelle tre tipacce.
Un anno di Zen, ma non solo…
Quindi, buon compleanno.
A me, alle mie donne vicine e lontane, a chi decide di intraprendere un percorso di rinascita, a chi ha messo piede nel mio piccolo luogo di crescita in quest’anno, a chi ho trovato, a chi ho lasciato e a incontrerò.
Buon compleanno alla piccola Bottega del Benessere.
Si rincomincia andando a versare l’affitto di questo nuovo secondo anno di noi.
(Qui sotto la tipica “espressione da affitto)
Auguri a lo Zen del gatto e la Radice.
Cuore,
Silvia.